
Funerale ebraico: come organizzarlo secondo la tradizione - Tradizioni ebraiche per un funerale

Preparazione del corpo
La tradizione ebraica prevede una serie di rituali e tradizioni che accompagnano la morte e il funerale di una persona. Uno dei primi passi nella preparazione di un funerale ebraico è la preparazione del corpo del defunto. Secondo la tradizione, il corpo deve essere trattato con rispetto e dignità.
La preparazione del corpo viene eseguita da un gruppo di persone specializzate chiamate "chevra kadisha" o "società santa". Queste persone sono responsabili di lavare e purificare il corpo del defunto secondo le leggi ebraiche. Durante questo processo, il corpo viene lavato e vestito con abiti semplici e bianchi.
La preparazione del corpo è un momento di grande importanza nella tradizione ebraica, poiché si crede che il corpo sia la dimora dell'anima e debba essere trattato con rispetto e devozione.
Shemira: la veglia funebre
Dopo la preparazione del corpo, viene organizzata una veglia funebre chiamata "shemira". Durante la shemira, amici e familiari si riuniscono per vegliare il corpo del defunto. Questo momento è dedicato alla preghiera, alla riflessione e al ricordo del defunto.
La shemira può durare diverse ore o addirittura tutta la notte, a seconda delle tradizioni e delle preferenze della famiglia. Durante la veglia, i partecipanti recitano preghiere e leggono brani sacri. È anche comune che vengano condivisi ricordi e storie sulla vita del defunto.
La shemira è un momento di grande significato nella tradizione ebraica, in quanto permette ai familiari e agli amici di onorare la memoria del defunto e di condividere il loro dolore e la loro gratitudine per la sua vita.
Tahara: la purificazione rituale
Dopo la shemira, viene eseguita la tahara, che è la purificazione rituale del corpo del defunto. Durante la tahara, il corpo viene lavato e purificato secondo le leggi ebraiche. Questo processo viene eseguito da membri della chevra kadisha, che si assicurano che il corpo sia trattato con rispetto e devozione.
La tahara è un momento di grande importanza nella tradizione ebraica, poiché si crede che il corpo debba essere purificato prima della sepoltura. Durante questo processo, vengono recitate preghiere speciali e si presta particolare attenzione alla pulizia e all'igiene del corpo.
Tachrichim: i vestiti funerari
Dopo la tahara, il corpo viene vestito con abiti funerari chiamati "tachrichim". Questi abiti sono semplici e bianchi, simbolo di purezza e umiltà. I tachrichim sono realizzati in cotone o lino e sono privi di tasche o cinture, per rappresentare la semplicità della vita e la parità di tutti di fronte alla morte.
I tachrichim vengono indossati dal defunto durante la sepoltura e sono considerati un segno di rispetto e devozione verso il defunto. Indossare i tachrichim è un modo per onorare la vita del defunto e per mostrare il proprio rispetto per la sua morte.
Funerali Ebraici - Levigatura del feretro
Prima della sepoltura, il feretro viene levigato secondo la tradizione ebraica. Questo processo viene eseguito per rimuovere eventuali imperfezioni o asperità dal feretro, in modo che il defunto possa riposare in pace.
La levigatura del feretro è un momento di grande importanza nella tradizione ebraica, poiché si crede che il defunto debba essere sepolto in un luogo di pace e tranquillità. Durante questo processo, vengono recitate preghiere speciali e si presta particolare attenzione alla cura e alla pulizia del feretro.
La bara ebraica
La tradizione ebraica prevede l'utilizzo di una bara speciale per la sepoltura. La bara ebraica è realizzata in legno e non contiene chiodi o viti, per rappresentare la semplicità e l'umiltà della vita e della morte.
La bara ebraica è spesso realizzata con legno di cedro o di pino, che sono considerati materiali puri e resistenti. Durante la sepoltura, la bara viene posizionata nella tomba e coperta con terra, secondo la tradizione ebraica.
Rito Ebraico funerale : Il corteo funebre
Prima della sepoltura, viene organizzato un corteo funebre per accompagnare il defunto alla sua ultima dimora. Durante il corteo, amici e familiari seguono la bara del defunto fino al luogo di sepoltura.
Il corteo funebre è un momento di grande importanza nella tradizione ebraica, poiché permette ai familiari e agli amici di mostrare il loro rispetto e la loro devozione verso il defunto. Durante il corteo, vengono recitate preghiere speciali e si presta particolare attenzione alla dignità e al rispetto del defunto.
La sepoltura
La sepoltura è l'ultimo atto del funerale ebraico. Durante la sepoltura, la bara viene posizionata nella tomba e coperta con terra. Questo momento è accompagnato da preghiere e benedizioni speciali, che sono recitate per onorare la memoria del defunto e per chiedere pace e consolazione per i suoi cari.
La sepoltura è un momento di grande importanza nella tradizione ebraica, poiché rappresenta il passaggio del defunto verso la sua ultima dimora e il suo riposo eterno. Durante questo momento, si presta particolare attenzione alla cura e al rispetto del defunto, così come alla consolazione e al sostegno dei suoi cari.
Funerale Ebraico fiori
Nelle pratiche commemorative, non si adorna la tomba con fiori o decorazioni floreali, bensì si collocano su di essa, in modo categorico con la mano sinistra, piccoli ciottoli. Questo gesto rimanda alle radici della comunità ebraica.
In tempi in cui si conduceva una vita nomade, le sepolture avvenivano lungo il percorso e, pertanto, era consuetudine coprire la tomba con un ammasso di pietre per agevolare il ritrovamento del luogo di sepoltura.
Shiva: il periodo di lutto
Dopo la sepoltura, la famiglia del defunto osserva un periodo di lutto chiamato "shiva". Durante il periodo di shiva, i familiari si ritirano dal mondo esterno e si dedicano al lutto e alla riflessione sulla vita del defunto.
La shiva dura generalmente sette giorni, durante i quali i familiari ricevono visite di condoglianze da parenti, amici e membri della comunità. Durante la shiva, si recitano preghiere speciali e si condividono ricordi e storie sulla vita del defunto.
La shiva è un momento di grande importanza nella tradizione ebraica, poiché permette ai familiari di elaborare il loro dolore e di onorare la memoria del defunto. Durante questo periodo, si presta particolare attenzione al sostegno e alla consolazione dei familiari, che possono trovare conforto nella presenza e nelle parole di coloro che li circondano.
Yahrzeit: il ricordo annuale
Ogni anno, nella data anniversaria della morte del defunto, viene osservato il "yahrzeit". Durante il yahrzeit, i familiari si riuniscono per ricordare il defunto e per recitare preghiere speciali in sua memoria.
Il yahrzeit è un momento di grande importanza nella tradizione ebraica, poiché permette ai familiari di mantenere viva la memoria del defunto e di onorare la sua vita anche dopo la sua morte. Durante questo momento, si presta particolare attenzione alla preghiera e alla riflessione sulla vita del defunto, così come al sostegno e alla consolazione dei familiari.
Queste tradizioni e rituali sono parte integrante della cultura ebraica e rappresentano un modo per onorare la vita e la morte di una persona amata.
Visitare la tomba
La consuetudine prevede la visita al cimitero durante i giorni di digiuno, prima di Rosh haShanah e Yom Kippur, quando possibile, e in occasione dello yahrzeit. Nel primo anno di lutto, la visita è comune nello shloshim e yahrtzeit.
Anche nel caso di tombe di defunti sconosciuti, è consuetudine porre un sassolino sulla tomba attraversata, utilizzando la mano sinistra. Tale gesto simboleggia la partecipazione alla mitzvah della sepoltura. Non è comune lasciare fiori sulle tombe.
Un motivo per cui vengono posti ciottoli sulle tombe ebraiche è preservarle, seguendo una pratica che risale ai tempi biblici, quando non si utilizzavano lapidi, ma i tumuli erano coperti di sassi impilati come ometti. Pertanto, nel porre ciottoli (o sostituendoli), si perpetua l'esistenza del sito.
In Italia, il cimitero ebraico di solito si trova appena fuori dal cimitero comunale, una pratica che risale ai tempi medievali e successivi, quando la Chiesa vietava l'inumazione di ebrei negli stessi spazi dei cristiani cattolici. Ad esempio, a Bologna, dopo la distruzione del primitivo cimitero ebraico nel 1541, un nuovo insediamento fu permesso nella seconda metà dell'Ottocento.
L'attuale cimitero, utilizzato dal 1869, fu istituito grazie alle richieste del rabbino Marco Momigliano, che ottenne un luogo dedicato alla sepoltura dei suoi correligionari, prima costretti a inumare i defunti nel campo dei protestanti. Il municipio di Bologna finanziò la costruzione dei muri di cinta e delle strutture necessarie per le cerimonie funebri, imponendo una tassa per le tumulazioni di persone benestanti, mentre i meno abbienti venivano sepolti gratuitamente.
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